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Sbiancamento dentale

 

 

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Che cosa è lo sbiancamento dentale?

 

Lo sbiancamento dentale è una procedura odontoiatrica che permette di migliorare il colore dei denti, rendendoli più bianchi. A questo primo tipo di sbiancamento, cosiddetto “cosmetico”, si affiancano altri tipi di sbiancamenti utili per risolvere discromie dentali, anche severe, dovute a patologie sistemiche (per esempio la fluorosi, disordini ematici, etc) oppure agli esiti di terapie con alcuni tipi di antibiotici (ad esempio, le tetracicline).

 

Che cosa si utilizza e come funziona?

 

I prodotti che vengono utilizzati per lo sbiancamento contengono principalmente perossido di idrogeno e perossido di carbammide, impiegati in varie concentrazioni a seconda della tecnica che si intende utilizzare e delle esigenze del paziente. Lo sbiancamento funziona grazie alla liberazione di ossigeno da parte del perossido di idrogeno o di carbammide nel momento in cui viene posto a contatto con i denti. Queste molecole di ossigeno vanno a disgregare le molecole dei pigmenti responsabili della discromia, e dunque rendendole non più visibili. Lo sbiancamento dentale agisce solo sui denti naturali, non agisce su corone protesiche, otturazioni o qualsiasi altro materiale da restauro presente nel cavo orale. Dopo il trattamento sbiancante, eventuali corone protesiche od otturazioni potranno essere maggiormente visibili in quanto non più adeguate al nuovo colore raggiunto dai denti naturali.

 

Come si fa e chi può farlo?

 

Lo sbiancamento può effettuarlo solo un medico laureato in medicina o in odontoiatria o una igienista diplomata. Esistono principalmente due tecniche:

 

1) Tecnica di sbiancamento ambulatoriale: Con lo sbiancamento effettuato in ambulatorio, direttamente dal dentista, si possono sbiancare sia i denti vitali che i denti devitalizzati. La tecnica che si esegue in ambulatorio prevede l’applicazione sui denti di perossido di idrogeno ad alta concentrazione (circa 40%) per circa un’ora, il tutto in un'unica seduta.

 

Sbiancamento di denti devitalizzati: in questo caso è necessario riaccedere alla camera pulpare del dente, praticando un foro sulla parete palatale del dente, in quanto il gel sbiancante va posizionato all’interno del dente stesso; Il clinico può decidere di lasciare in posa il gel per circa un’ora, per poi ripetere l’operazione a distanza di una settimana per altre 3-4 volte, oppure può lasciare il gel all’interno del dente e dimettere il paziente, per poi cambiare il gel a distanza di qualche giorno. Normalmente questa decisione viene presa in base alla gravità della discromia. Per lo sbiancamento di denti devitalizzati si utilizzano sia perossido di idrogeno che perossido di carbammide in varie concentrazioni, in base alle esigenze di trattamento.

 

2) Tecnica di sbiancamento domiciliare: In un primo momento, il dentista rileva due impronte delle arcate dentarie del paziente. Grazie a queste, il laboratorio odontotecnico potrà confezionare due mascherine trasparenti che andranno a calzare perfettamente sulle arcate dentarie del paziente. La particolarità di queste mascherine consiste nella presenza sulla superficie esterna di serbatoi che saranno utili per contenere il gel sbiancante. A questo punto l’odontoiatra mostra al paziente come posizionare il gel sulle mascherine e come indossarle. Il paziente dovrà portare queste mascherine dalle 4 alle 8 ore, tutti i giorni per circa due settimane. La durata di applicazione giornaliera e la durata del trattamento dipendono dalla concentrazione del prodotto utilizzato (perossido di carbammide dal 10% al 16%) e dalla severità della discromia.

 

Che effetti collaterali si possono avere?

 

Lo sbiancamento dentale professionale attualmente è una pratica sicura per i pazienti, che non altera o rovina lo smalto dei denti ed inoltre permette una predicibilità di risultato molto elevata. Perché avvenga tutto ciò ovviamente è necessaria una visita accurata da parte del dentista e l’uso di prodotti certificati. L’effetto collaterale più comune è l’ipersensibilità dei denti soprattutto agli stimoli termici freddi. Tale sensibilità, che può essere più o meno lieve, è assolutamente reversibile nel giro di poche ore oppure, in pochissimi casi, nel giro di qualche giorno. La sensibilità dovuta allo sbiancamento dentale può essere attenuata con l’applicazione topica di fluoro che noi facciamo regolarmente alla fine della seduta dello sbiancamento, utilizzando dentifrici desensibilizzanti ed evitando di assumere: cibi troppo caldi o troppo freddi nei giorni successivi allo sbiancamento.

Può verificarsi anche una temporanea infiammazione delle gengive dovuta al contatto con l’agente sbiancante La sensazione che si può provare è simile al bruciore e le zone interessate possono anche apparire biancastre. La cosa non deve assolutamente preoccupare, si risolverà spontaneamente in poche ore.

 

Quanto dura nel tempo lo sbiancamento?

 

Lo sbiancamento mediamente dura 3 anni.

Tale durata è fortemente influenzata dalle abitudini alimentari, dall’igiene orale e dall’attenta esclusione di tutte le situazioni che possono favorire una precoce recidiva del colore.

 

Dopo il trattamento sbiancante sarebbe opportuno limitare l’assunzione di cibi e bevande particolarmente colorati come per esempio:

tè, caffè bevande e bibite colorate come coca-cola, vino, cocktail, salse e sughi, verdure come carciofi, carote, pomodori, frutta come fragole, frutti di bosco, marmellate, caramelle colorate, liquirizia, fumo (sigarette, pipa), tabacco da masticare. Ciò non significa dover eliminare totalmente tutto, ma ridurne l'assunzione in modo da prolungare il più possibile i risultati ottenuti. 

 

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